da: Sassuolo ILARIO MUTTI sculture - grafiche
Ilario Mutti è artista eclettico, cimentandosi con tecniche e materiali disparati nell' ambito di pittura, scultura e grafica, è dotato di un bagaglio di tutto rispetto.
Avvertiamo una curiosa divaricazione di tendenza tra pittura e scultura. Siamo alle prese con una pittura particolare, in cui la materia cromatica appare disincarnata: la stesura è delicata, servendosi di una gamma di pastelli, distolti dalla loro vocazione naturale, per ridursi a segno esile, che sigli il confine al disgregarsi impercettibile della struttura formale.
La tavolozza è pacata, basata su toni smorzati, in cui s'insinuano brividi azzurri, verdi acidi, tocchi rosati, in una punteggiatura vibrante dell'assetto formale, in cui prevalgono gli spazi bianchi, a delineare una pausa nella narrazione visiva.
Questi pastelli non possiedono quella specifica patina materica, inserita in campiture radiose, a tradire valori tattili, essendo intaccata la pastosità di un colore, illanguidito sino alla estenuazione formale, ridotta all' esiguità di un segno scarno e danzante: è un tratto filiforme, impalpabile e tenacissimo come una ragnatela, lieve come un'ala di farfalla, a sfiorare i profili sinuosi di cose, riscattate dalle quotidianità, per un'affabulazione del dato sensibile.
I personaggi fiabeschi, accennati in luce, in una germinazione di fiotti di luce, si enucleano in scampoli di una mitologia inventata, appartenenti alla sfera onirica dei "Pittori dell'immaginario": il Dalì visionario, Guarienti, Savino, il Clerici del ciclo di "Marco Polo", in sintonia con gli artisti manieristici e simbolisti: il Tiepolo dei Capricci, Fuessli, c.A. Ehrenward, Victor Hugo.
Le sue opere su tele e su carta non sono i bozzetti tipici, gli appunti visivi o i disegni preliminari, che siglino le fasi di attuazione della scultura, non condividendo la vocazione plastica della grafica degli scultori, poiché hanno una spiccata personalità, un'individualità e un' autonomia, stagliandosi in sagome e silhouettes leggiadre, appena sfiorate in punta di pennello, scardinando contorni, altrimenti nitidi e grevi, per spiccare il volo verso la luce.
Nella scultura, Ilario plasma figure icastiche, forme plastiche espressionistiche pregnanti, volumi serrati e modulazioni a tutto tondo a incapsulare torsioni materiche di forme dinamiche in un gioco serrato di pieni e vuoti.
Rivela così una tendenza materica, espressa in figure, colte in pose espressionistiche.
Fan parte del repertorio plastico di Mutti certi personaggi, ridotti a un'equazione di volumi scabri, in un susseguirsi di concavi e convessi, per catturare i bagliori della luce.
Son macerate, le fattezze di questi personaggi smagati, rosi dal tarlo del male oscuro: un'angoscia senza nome, sottolineata da un intreccio di linee, che ne costellano espressivamente i contratti volti pensosi, in una trama di solchi e fenditure.
Son tolte dalla strada queste figure, come personaggi toccanti di Pietro Germi, le fisionomie, le forme, le mani massicce tradiscono un'estrazione popolare, anche se, fortunatamente, privi di quella forza demagogica di effetti, calibrati a tavolino, che li avrebbe fatti ascrivere a un alveo più "realistico del re", già caro alla retorica dell'intelligentia marxista, ormai fané.
Di rara finezza e spiritualità è la splendida opera "Gli amanti": figure armoniche, condannate a un'eterna unione bronzea.
Sfilano esemplari parodistici di curiosi fabliaux: animali che incarnino allegorie di vizi e virtù dell'umana progenie. Questo bestiario, che si libra tra lucido e ironico, sembra tolto di peso da moderni incunaboli come una Biblia paurerum sub specie etologica, o da pulsanti Wunderkammern.
Assistiamo a una sorta di sfilata rituale: "Suovetaurilialactantibus" in passato un gruppo di animali, sacrificati in riti propiziatori, di fertilità e di fondazione, nel tracciare il perimetro di nuovi insediamenti.
In questa fauna irridente, con bonaria tolleranza, alle debolezze dei bipedi umani, spicca uno splendido toro accasciato, in cui emerge il profilo sinuoso del dorso del povero animale, la cui testa è una maschera di dolore e strazio, da cui spuntano le lucenti protesi attorte e contorte delle corna.
Questo muso stravolto dalla sofferenza del nobile animale, simbolo di una natura fiera e indomita, potrebbe essere assunto come simbolo e manifesto icastico di protesta contro le torture, inflitte agli animali inermi, vittime innocenti, della violenza umana, per un gioco sadico al massacro, tremendo quanto inutile essendo tutti gli animali sintesi di una natura primordiale, privi come sono di quella crudeltà, che è retaggio della specie umana.
Ma Ilario nutre una spiccata predilezione per il cavallo, colto in varie pose: docilmente accasciato, impennato, scalpitante, sdraiato, slanciato nella corsa.
Del resto, il nobile quadrupede, persa in tempi remoti, la libertà, per essere legato, suo malgrado, al destino dell'umana avventura è conscio del suo ruolo nelle eroiche imprese e nelle saghe nordiche, tanto da diventare oggetto di culto di carattere etnico e psicopompo, nell'eccesso degli Eroi Etruschi, Greci e Romani all' Ade.
Sintesi vibranti dell' energia allo stato nascente, sub specie equestre, è assunto gloriosamente a simbolo di cultura artistica in quel "Blauer Reiter" che lanciò un ponte tra una sensibilità simbolista fin de siècle e la sintesi di forme pulsanti del 900.
Soprattutto, interessanti sono imbizzarriti destrieri, foggiati in materiali eterogenei: dalla cera, animata da accenni di finimenti, bronzo, terracotta patinata.
Mutti non modella solo figure e animali di piccolo formato, ma ha già eseguito diversi monumenti sacri e profani in varie località in tutta la Penisola.
Giuliana Galli